I Leggere Leggeri

I Leggere Leggeri
I ragazzi del Corso PON "Leggere Leggeri 1Q" - Classi Prime - Obiettivo/Azione C1 - FSE - 2010 - Migliorare i livelli di conoscenza e competenza dei giovani - Interventi per lo sviluppo delle competenze chiave in lingua madre.

venerdì 27 maggio 2011

NOI DEL CORSO PON "LEGGERE LEGGERI 1Q"


Frequentiamo il primo anno della Scuola Secondaria di I grado "Garibaldi" di Trinitapoli e come corsisti del Progetto PON (Piano Operativo Nazionale per lo sviluppo delle competenze chiave in lingua madre) "Leggere Leggeri 1Q", abbiamo creato questo Blog per condividere con tutti Voi, Cari Visitatori, i nostri capolavori.
Abbiamo faticato tanto in queste cinquanta ore di attività didattica, abbiamo consolidato e potenziato le nostre competenze in lingua madre, abbiamo imparato tante cose nuove, ci siamo anche divertiti.
Siamo stati dei gran chiacchieroni, rumorosi e monelli, ma con profitto, come potete ben vedere, abbiamo seguito le lezioni della nostra Docente Esperta Giulia Oscuri, che, affiancata dal Docente Tutor Vincenzo Panettieri, con pazienza e dedizione ci ha guidato e aiutato.
Per noi, questa è stata una nuova esperienza e chiediamo clemenza per tutti gli errori, che, sicuramente, ci è capitato di commettere scrivendo.
Ci siamo ritrovati in questa splendida avventura senza neanche immaginare quello che ci attendeva.
La nostra idea era quella di dover frequentare un noiosissimo Corso PON di italiano e, invece, ci siamo trasformati in scrittori in erba e piccoli artisti, capaci di creare tutto ciò che Voi stessi potete ammirare.
Ringraziamo, quindi, il Dirigente Scolastico Prof. Giuseppe Luigi Piazzolla e i Docenti tutti per l'opportunità ricevuta di partecipare a questo Progetto.


lunedì 23 maggio 2011

LA STORIA DEI REPPISTI di Fuochiciello Emanuele e Floriello Ilenia

Alcuni ragazzi di sei anni avevano un sogno, diventare “reppisti”. Dopo un pò di tempo, divenuti più grandi, capirono che essere reppisti significava ballare per strada e non bullismo. Per noi, rep non significa bullo ma ballo e vogliamo dare un messaggio a tutti i ragazzi e le ragazze: << Non abbiate paura dei rep. >>
I rep non dovrebbero nè far uso di droga nè bere. Vogliamo raccontarvi la storia di un rep che frequenta la scuola secondaria di primo grado, di nome Manuel, che incominciò a frequentare dei ragazzi rep. Per i suoi compagni di scuola questo era sbagliato e iniziarono ad avere paura di lui. Giorno dopo giorno la paura cresceva, Manuel ai loro occhi diventava sempre più cattivo, violento, pericoloso. Alla fine, però, capirono che non era affatto così, lui era solo un rep, un ragazzo che amava la musica e il ballo.

LA CICALA E LA FORMICA di Floriello Ilenia e Cristallo Domenico

La cicala, dopo aver passato tutta l’estate a cantare, si trovò sprovvista di cibo.  Quando giunse, l’inverno andò a piangere miseria dalla sua vicina formica e la pregò perché le prestasse alcuni granellini di cibo per sopravvivere fino alla nuova stagione.  

- Ti restituirò il capitale con gli interessi, parola d’animale!

La formica, si sa, non presta volentieri il suo cibo e questo è il suo più piccolo difetto.

- Che cosa hai fatto nella bella stagione?, disse  alla cicala che le chiedeva il prestito.

- Giorno e notte cantavo per chi passava.

- Me ne rallegro molto. Ebbene, adesso balla.



LA CICALA E LA FORMICA di Staila Omar

La cicala, dopo aver trascorso tutta l’estate a cantare e a divertirsi, si trovo, in autunno, sprovvista di cibo.
Decise così di chiedere aiuto alla formica, che lavorando tanto, aveva riempito la dispensa di cibo.
<< Se mi aiuti, ti restituirò il capitale con gli interessi. Promesso! >>
La formica si sa non presta cibo, perché pensa di aver lavorato troppo per procurarselo e, quindi, non ha prezzo. Questo è il suo difetto.
La formica alla cicala: << Cosa hai fatto durante la bella stagione? >>
Rispose la cicala orgogiosa del suo talento: << Cantavo sia di giorno sia di notte. >>
<< E allora continua a cantare >>, replicò la formica, << chi nulla fa, nulla ottiene. >>
Venne l’inverno, nevicava e faceva molto freddo, la cicala affamata busso alla porta della formica, che ebbe pietà di lei e la invitò a cena.

I TRE PORCELLINI E LE MOLLICHE DI PANE di Landriscina Giuseppe


C’era una volta un lupo molto molto cattivo, sempre affamato e goloso di porcellini. Un giorno, tre piccoli porcellini andarono nel bosco a raccogliere legna per il camino, per non perdere la via di casa, lasciarono cadere delle molliche di pane lungo la strada. Al ritorno non le trovarono, perché il lupo le aveva mangiate, così, non sapendo come tornare a casa, si fermarono in mezzo alla foresta e costruirono una casa di legno per ripararsi dal freddo durante la notte. Il lupo, che li osservava, decise di prenderli di sorpresa a mezzanotte mentre dormivano. I porcellini, però, più furbi di lui, lo avevano visto e decisero di preparare una pozione magica per il lupo. A mezzanotte il lupo giunse, era assetato, guardò dalla finestra, vide i porcellini dormire e notò sul tavolo un bicchiere pieno di acqua limpida e fresca. Decise, così, di bere prima di mangiare i poveri porcellini addormentati. Dopo aver bevuto, cadde a terra svenuto, la pozione fece il suo effetto, trasformandolo in un lupo buono, gentile, che odiava la carne e amava mangiare solo verdure e pasta. Decise così di restare a vivere con i tre porcellini per proteggerli dai lupi cattivi. Vissero per sempre,  tutti insieme, felici e contenti.

domenica 22 maggio 2011

ESPANA GERALDO

ESPANA GERALDO

DI NOIA GIUSEPPE

IL PAPERO SOMARO di Luce Raffaele e Panzini Mauro

C’era una volta un papero, che abitava a Perugia. Quando compì sei anni, i genitori lo iscrissero alla scuola elementare. Il Preside notando che il papero non aveva nessuna intenzione di imparare a leggere e a scrivere gli disse: << Da domani, non verrai a scuola come alunno ma come bidello. >>
Il giorno dopo: << Buon giorno Signor Preside, voglio confessarle che questo lavoro non mi piace. >>
Il Preside: << Bene ragazzo, puoi tornare a casa e cercarti un altro lavoro. >>
Il papero, tutto contento, cominciò a cercare, ma nessuno voleva assumerlo perché non sapeva né leggere né scrivere. Decise, così, di tornare dal Preside.
- << Buon giorno Signor Preside, sono qui non per lavorare ma per studiare.>>
-  << Bravo ragazzo mio, sono felice che tu abbia capito. Ora va in classe e incomincia a imparare. >>
Il Papero cominciò a studiare con impegno e in brevissimo tempo diventò il più bravo della classe.

Morale: la scuola è garanzia di un futuro migliore per tutti noi.

I Leggere Leggeri

Benvenuti nel blog di noi leggeri leggeri...

giovedì 19 maggio 2011

POESIA D'AMORE di Santoro Leonardo cl. I D

Ti  guardo  perché non so cosa guardare
Ti penso perché non so cosa pensare
Ti scrivo perché non so a chi scrivere
Ti bacio perché ho capito che tu per me sei molto importante
E quindi te lo dico scrivendotelo in grande TI AMO

IN BARCA CON IL NONNO di Andriano Sharon e Cicolella Miriana (cl. I A)


Un giorno, nonno Augusto mi portò, con la sua piccola barca, in alto mare.
Appena arrivati, il nonno mi disse: << Guarda il cielo e avvisami se vedi un gabbiano. >>
Io risposi di no. Allora il nonno butto in acqua un pezzo di pane e disse: << Ora stai attenta, arriverà almeno un gabbiano.>>
Dopo venti minuti, il gabbiano arrivò, planò e si mangiò il pane.
Fui sorpresa nel vedere la grande distanza dalla quale un gabbiano riesce a vedere un minuscolo pezzo di pane che galleggia sul grande mare.
Così, ogni giorno, per tutta l’estate, con il nonno, con la sua piccola barca, andavo in alto mare a osservare i gabbiani.

LA FARFALLA ROSSA E IL SERPENTE A STRISCE NERE di Marrone Monica cl. I G e Santoro Leonardo (cl. I D)











Il serpente a strisce nere,
che si perdono negli occhi, serpeggia felice nell'acqua
chiara e argentata che scorre veloce.
La farfalla rossa e il serpente giocano tra le varie erbe.
La farfalla è beata, è felice ed è accarezzata dal sole.
Poverina la farfalla, è molto triste e sta male perché tutti la prendono in giro.
Il serpente stordito la fissa e pensa che stia solo sognando, ma la farfalla tutta disperata dice: << Ti prego vai via perché' vorrei stare da sola. >>
Si sene davvero sola la farfalla rossa e adora giocare col serpente a strisce nere, ma si vergogna di non avere l’amicizia di altre farfalle come lei.
Il serpente offeso e deluso va via davvero.
Così la farfalla triste, peccando di orgoglio, rimase sola, senza nessun amico con cui giocare e festeggiare.
Morale: chi si accontenta gode.

LA VOLPE E IL CAPRONE: L'UNIONE FA LA FORZA di Cicolella Miriana (cl. I A)

Cera una volta una volpe che era caduta in un pozzo e non riusciva più a uscire.
Poco tempo dopo un caprone assetato andò allo stesso pozzo, vide il caprone e gli chiese:
<< E' buona quest'acqua? >>
Il Caprone: << Sì, è buona, scendi giù e assaggiala.>>
La volpe scese e bevve, ma si rese conta che era difficile risalire, così disse al caprone, intrappolato lì da giorni:
<< Appoggia le zampe contro il muro, in alto, alza le corna, mi arrampico, esco dal pozzo e poi tiro fuori anche te. >>
Il caprone obbedì e dopo tanti sforzi riuscirono entrambi a mettersi in salvo.
Il caprone, incredulo, disse: << Te ne vai? Mi lasci solo? Non mi dici come sei riuscito a portarci fuori da quel pozzo? >>
La volpe: << Se tu avessi tanti ragionamenti nella testa quanti peli hai sotto il mento, non saresti sceso giù prima di aver pensato al modo per risalire.
Morale: Prima di fare una cosa pensiamo alle conseguenze e se sia possibile contare solo su noi stessi.

LO SCIACALLO E L'ELEFANTE di Modesto Savino (cl. I G)











Gli sciacalli avevano mangiato tutte le carogne che c'erano nel bosco e non avevano più nulla da mangiare. Ed ecco che a un vecchio sciacallo venne  in  mente un modo di trovare del cibo senza faticare molto. Andò da un grosso elefante e gli disse: << Noi avevamo un re, ma da  un  po’ di  tempo non fila  dritto, ci ordina di fare certe cose, impossibili da eseguire. Noi vogliamo scegliere un altro re. Il mio popolo mi ha mandato per pregarti di diventare il nostro re. Si vive bene da noi e qualunque cosa tu ci comanderai, noi la faremo e ti rispetteremo sempre. Vieni nel nostro regno.>>
L'elefante acconsentì eseguì lo sciacallo, che lo condusse in una palude. L’elefante dopo essere caduto nella palude, non riuscendo a uscire disse allo sciacallo: <<Sono il tuo re e ti comando di tirarmi subito fuori di qui. >>
Lo sciacallo si mise a ridere e disse: << Attaccati con la proboscide alla mia coda così ti tiro fuori. >> Rispose l'elefante: <<Ti pare possibile una cosa del genere? Tu che tiri fuori me, da solo e con la tua coda! Piuttosto va a chiedere aiuto al mio popolo.>>
Lo sciacallo andò via, fingendo di cercare aiuto. Si nascose in attesa della morte dell’elefante intrappolato, per poterlo mangiare con i suoi amici.  Quando l'elefante, lì nella palude, fu morto, tutti gli sciacalli si avvicinarono per banchettare, ma l’elefante, che aveva fatto finta di morire, si alzò libero, li spaventò a morte e li mise in fuga.              

BATUFFOLO di Andriano Sharon

Questo cucciolo si chiama Batuffolo. E' bianco con degli occhioni marroni, è cicciottello e ha un musone piccolo e dolce. Ha delle zampone grosse e lunghe e ha una coda sottile e lunga. Assomiglia a una palla di pelo trasformata in un cucciolo. E' molto tenero e bellissimo. Gli piace molto giocare ed è vivace. Ama molto le persone e si affeziona facilmente a tutti.

TIMMY TURNER di Modesto Savino

giovedì 31 marzo 2011

Cappuccetto rosso e l'amico lupo

C'era una volta una bambina molto carina, la madre le cucì un cappuccio e una mantella rossi.            
Tutti da quel momento la chiamavano Cappuccetto rosso.
Dopo qualche giorno la madre le diede delle pizzette da portare alla nonna ammalata e le raccomandò di non passare per il bosco, perchè c'era il lupo cattivo.
Cappucetto rosso non le diede ascolto e andò per il bosco.
Mentre camminava incontrò il lupo che le disse: << Dove stai andando bella bambina? >>
- << Sto andando dalla mia nonnina che sta male. >>
- << Ti posso accompagnare bella bambina? >>
Lei vedendo che il lupo era gentile accettò.
Entrambi si avviarono verso la casa della nonna.
Arrivati entrarono in casa e insieme  pranzarono tutti e tre allegramente.
Tutti gli abitanti del paese non ebbero più paura del lupo, così fecero amicizia con lui.



Marrone Monica (cl. 1^G)
Antonelli Isabella (cl. 1^G)
Modesto Savino (cl. 1^G)   

giovedì 10 marzo 2011

ISA, LA MIA MIGLIORE AMICA di Marrone Monica

La mia migliore amica si chiama Isabella, ha 11 anni, è nata il 22/01/2000 a Foggia.
Lei è alta 1,54 e pesa 40 chili, è magra, ha i capelli castani di media lunghezza.
La sua bocca  non è nè carnosa  nè sottile.
Le orecchie non sono nè grandi nè piccole, il suo naso è a patata, piccolo e carino.
E una ragazza simpatica, sensibile, sincera, estroversa e fidata.

IL BRUCO E LA FARFALLA di Di Noia Giuseppe


Un  bruco molto grasso e molto brutto restò per ore su una foglia per mangiarla, passò una farfalla che gli disse: "Che cosa ci fai lì? Tra poco diventerai come me."
Il bruco, triste e deluso, disse: "No! Non è vero! Non diventerò mai bello come te."
La farfalla continuò a dirgli che sarebbe diventato bellissimo.
Il bruco molto arrabbiato cacciò la farfalla e per la stanchezza si addormentò.
Il giorno dopo diventò la più bella farfalla della foresta.
Una settimana più tardi, il bruco, diventato farfalla, andò a cercare l'altra per dirle grazie della bella notizia, ma non riuscì a trovarla perché, ormai, era morta.

INDOVINELLI di Fuochiciello Emanuele

un saluto a tutti i miei amici
Manuel